Gli effetti della guerra in Ucraina si riflettono anche sul settore della cybersecurity, tanto da poter parlare di guerra informatica, o cyberwarfare. E, poiché la guerra informatica, è uno strumento di punta dell’arsenale militare globale, ogni organizzazione, pubblica e privata, deve muoversi rapidamente rafforzando la sicurezza delle infrastrutture IT per prevenire potenziali interruzioni o danni, anche catastrofici. E questo indipendentemente dalla collocazione sullo scacchiere geopolitico.
La resilienza informatica, in uno scenario come l’attuale, diventa la più alta priorità per Stati e imprese. La sicurezza nel cyberspazio deve passare da una preoccupazione tecnica a un bene pubblico più ampio, sviluppato da molti attori sociali. Esperti di informatica, legislatori, autorità di regolamentazione, esperti di scienze sociali, gruppi della società civile ed istituzioni devono collaborare. I governi non sono più gli unici responsabili del mantenimento della sicurezza e della stabilità all’interno dei loro confini; altri attori devono essere coinvolti a fondo.
Tenendo presente che l’anello debole è sempre stato l’essere umano. Sarà ancora così?